Ancora non so chi sono veramente anche se comincio a
farmene un’idea chiara ormai. Qualcuno ha cercato di uccidermi, altri di usarmi
come pedina in complessi giochi di potere ed io gliel’ho permesso perché mi
conveniva.
Ora tocca a me prendere l’iniziativa e qualcuno si pentirà
di aver creduto di potermi usare senza pagarne le conseguenze.
Il morso di un ragno non è sempre fatale, ma io non sono un
ragno qualunque, io sono una Vedova.
#28
PRESENTA
di Carlo Monni
PARTE QUINTA
INTRIGHI INTERNAZIONALI
1.
Palais des Nations, Ginevra, Svizzera. Da decenni questa bella città è uno dei
crocevia della politica mondiale: qui hanno sede molti organi internazionali e
non è affatto strano che proprio qui si discuta di varie crisi che alla pace
del nostro povero pianeta.
La
donna dai lunghi capelli neri ha un tesserino di inviata di una testata
giornalistica online. Falso come il resto dei suoi documenti e come il nome che usa adesso. Svetlana,
prostituta russa del più famoso bordello di Sint Marteen nei Caraibi, e Natalia
Dimitrova, turista bulgara, non esistono più. Ora c’è Anna Walewska,
giornalista polacca. Tutti nomi falsi ovviamente. Il suo vero nome nemmeno lei
lo sa. Quello che sa è che è un’assassina, una killer professionista.
Lei stessa si
sorprende con quanta facilità abbia accettato la cosa. Ha da poco portato a
termine un incarico affidatole da un uomo che credeva essere un vecchio
ufficiale britannico in pensione con strani gusti sessuali, ma che si era
rivelato tutt’altro. L’aveva messa in contatto con un uomo di nome Graydon
Creed che la credeva una costosa killer internazionale. Non era troppo lontano
dal vero dopotutto. Creed le aveva affidato il compito di uccidere il
Presidente di un piccolo stato dell’Europa centrale, la Carpazia, e lei lo
aveva fatto senza troppe complicazioni.
Al momento di
lasciare quella nazione aveva ricevuto un messaggio dal misterioso colonnello.
Aveva un nuovo incarico per lei, uno in cui avrebbe dovuto usare anche talenti
diversi da quello di assassina. Il premio sarebbe stato un altro indizio sul
suo passato.
Era una sfida interessante
e lei l’aveva accettata. Questo l’aveva portata a Ginevra con nuove identità da
usare al momento opportuno, una casa sicura dove alloggiare ed un cospicuo
fondo spese.[1]
In questo
momento sta familiarizzando con il terreno di gioco, le piace chiamarlo così, e
contemporaneamente studia il suo nuovo bersaglio. Non deve ucciderlo, non
ancora almeno, ma chi può sapere come si evolverà la situazione..?
Poco
distante qualcuno la vede e non riesce a credere ai propri occhi quando la
riconosce.
In
volo sopra i cieli europei, poche ore prima. Il nome dell’afroamericano
sui quarant’anni con una vistosa benda sull’occhio sinistro e dal fisico
atletico è Rufus Carter, ex campione di arti marziali e di wrestling, ex agente
della C.I.A. ed altro ancora. La donna dai capelli rossi seduta al suo fianco
si chiama Kathryn O’Brien, anche lei è un’ex agente della C.I.A. ed
ufficialmente ritenuta morta, notizia evidentemente esagerata.[2]
Si
trovano entrambi ospiti su un aereo del Servizio Estero degli Stati Uniti
diretto chissà dove. Nessuno si è preso il disturbo di informarli della sua
destinazione e loro non hanno fatto domande. La cosa importante è non essere
più nelle grinfie della polizia segreta della Carpazia e di questo possono
ringraziare Aubrey Pearson, funzionario del Dipartimento di Stato.[3]
Un
uomo elegante dai capelli brizzolati e gli occhiali si ferma davanti a loro.
Lui ha sicuramente tutte le risposte, pensa Rufus Carter. Frank Littel è
certamente ancora un agente della C.I.A. anche se si spaccia per diplomatico.
-Immagino che vi stiate chiedendo dove
stiamo andando.- dice infine.
-Vuoi dire che stai finalmente per
rivelarcelo, Frank?- gli chiede in tono sarcastico Kathryn O’Brien.
Littel
abbozza un sorriso e risponde:
-In realtà non è mai stato un segreto:
siamo diretti a Ginevra dove l’Ambasciatore Pearson parteciperà ad una
conferenza sulla situazione africana.-
-Molto interessante, ma cosa c’entra questo
con noi? La Carpazia è in Europa orientale, non in Africa.- interviene Carter
perplesso.
-Il precipitare della situazione in
Carpazia e Khamiskan ha spinto le Nazioni Unite a convocare un vertice
d’urgenza. Ci saranno degli incontri sotto la copertura della conferenza
sull’Africa ed è qui che entrate in gioco voi due.-
Littel
posa su un tavolino una valigetta da cui estrae dei documenti.
-Queste sono le vostre credenziali, con
relativo tesserino, di agenti speciali del Servizio di Sicurezza Diplomatica
addetti alla protezione dell’Ambasciatore Pearson. Tutti documenti
perfettamente legali ovviamente.-
-Ovviamente.- commenta Kathryn -La
Romanoff ha amicizie altolocate.-
-No comment. In fondo al corridoio ci
sono dei camerini dove troverete abiti consoni al ruolo che dovrete
interpretare ed il relativo equipaggiamento.-
-Sicuro di aver azzeccato le mie misure,
Frank?- osserva maliziosamente Kathryn.
-Se sono ancora le stesse della tua
scheda della C.I.A., non ho dubbi, Kathryn.-
Rufus
Carter si alza in piedi e si muove verso il fondo del corridoio. Meglio non
perdere tempo, pensa.
Palais des Nations, Ginevra,
Svizzera, adesso. La ragazza dai corti capelli rossi
sbatte i suoi magnifici occhi verdi ancora incredula. Finge di sistemarsi gli
occhiali e recupera la sua compostezza.
Anastasia è
viva. Non ha dubbi che sia proprio lei la donna che ha appena visto seduta
nella Tribuna Stampa. L’abito dal taglio severo, i capelli acconciati a
crocchia e gli occhiali non bastano ad impedirle di riconoscerla.
Dovrebbe
essere contenta, ma il fatto che lei non si sia mai fatta sentire con nessuno
pone inquietanti interrogativi.
Come ha fatto
a sopravvivere? Dove è stata tutto questo tempo? E soprattutto: che cosa ci fa
qui contemporaneamente a lei? Difficile credere che sia solo una coincidenza.
Improvvisamente
alcune cose che la rendevano perplessa acquistano un senso: è stata lei ad
uccidere il Presidente della Carpazia, è ovvio.[4]
Ma perché? Lavora per i nemici della Rodina[5]
adesso o c’è qualcosa di più sinistro dietro?
Olga
Nikolaievna Derevkova, la Vedova Bianca è determinata a scoprirlo.
2.
New
York City. La donna dai capelli platinati ed il vestito
bianco si chiede se stavolta non ha fatto il passo più lungo della gamba.
Quando le è stato chiesto di provvedere a trovare una sistemazione per una
giovane donna ferita e senza memoria non si aspettava di ritrovarsi al centro
di una vera e propria cospirazione politica internazionale.
Se lo avesse
sospettato, non avrebbe coinvolto J.J. ed Ernie. Se dovesse succedere loro
qualcosa non se lo perdonerebbe mai. Ormai è troppo tardi per pentirsene. Può
solo sperare che vada tutto bene.
La
donna che si fa chiamare Bumper Ruggs fa una cosa che ormai non faceva più da
molti anni: prega.
Edimburgo,
Scozia. L’uomo anziano che ha una vaga somiglianza con l’attore
britannico David Niven è anche lui immerso in cupe riflessioni. Finora la sua
più o meno inconsapevole agente se l’è cavata bene ed ha portato felicemente a
termine il suo primo incarico. Avrà ancora la stessa fortuna anche a Ginevra?
Sir Percival
Pinkerton può solo sperarlo.
Ginevra,
Svizzera. La donna bionda dagli occhi di ghiaccio è preparata al peggio
come sempre. Se i suoi sospetti sono corretti, quando avrà ritrovato la donna
che la credeva un’amica, dovrà ucciderla.
Tanto
peggio. Nel suo lavoro non sono concessi sentimentalismi e l’agente del S.V.R.[6]
dal nome in codice Petra non sa nemmeno cosa siano.
3.
In volo sopra Ginevra,
Svizzera. Quando
escono dai camerini Rufus Carter e Kathryn O’Brien si scambiano una lunga
occhiata.
-Mi sembra di essere uno dei Blues
Brothers.- borbotta Rufus -Manca solo il cappello.-
Kathryn
scoppia a ridere e replica:
-Io direi, piuttosto, uno dei Men in
Black… anche se sei decisamente più musone di Will Smith.-
Rufus
le rivolge un’occhiata torva, poi si infila un paio di occhiali scuri e
replica:
-Sono molto più bello di Will Smith.-
-Era una battuta, vero?- ribatte Kathryn
-Hai fatto una battuta o almeno ci hai provato. Dovrò segnarlo sulla mia
agenda. Comunque non hai torto sui vestiti.-
Entrambi
indossano un completo nero con camicia bianca. La sola differenza è che Kathryn
ha la gonna invece dei pantaloni e niente cravatta.
-Abbigliamento standard degli agenti del
DSS.-[7]
dice Littel mentre porge anche a Kathryn un paio di occhiali scuri.
-Sembriamo la parodia del perfetto
agente federale.- commenta Kathryn.
-L’importante è che siate credibili e lo
siete. Ed ora torniamo a sedere, stiamo per atterrare ormai.-
Pochi
minuti dopo l’aereo del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti inizia le manovre
di atterraggio nell’aeroporto internazionale di Ginevra.
[1] Un riassunto succinto degli ultimi episodi.
[2] Mi perdoni Mark Twain. -_^.
[3] Come visto nello scorso episodio.
[4] Sempre nell’ultimo numero.
[5] "Patria" in russo
[6] Sluzhba Vneshney Razvedki. Il servizio di spionaggio all’estero della
Federazione Russa.
[7] Diplomatic Security Service.
[8] Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti. Servizio di Sicurezza
interna della Federazione Russa.